Le cose devono cambiare, salviamo la musica!

In Italia la musica nella scena indipendente, fa molta fatica ad andare avanti. Lo dicono i numeri, in quanto gli incassi sulle serate e vendite dischi, sono molto poveri. Certo per guadagnarci con la musica, bisogna regalare emozioni, con belle canzoni ed essere molto conosciuti, ma non è possibile che esista un grande buco tra gli emergenti e chi è al livello degli Afterhours, per esempio. Gli emrgenti suonano sempre più spesso senza ricevere compenso. Da una parte c’è il loro sogno di emergere, che li spinge ad accettare serate a queste condizioni, dall’altra, una speculazione da parte di chi gli propone queste serate. L’arte e il compenso per un novizio non sono quantizzabili, ma almeno, ricevere un rimborso spese, credo sia umano. Ma come la mettiamo invece con un gruppo emergente che suona da otto anni, che ha due album all’attivo ma che non ha mai fatto il “botto”? Lo facciamo suonare gratis? Magari ci sono anche persone iper qualificate all’interno e con le carte in regola per essere dei musicisti professionisti. Quanto li retribuiamo? Causa buco tra emergenti e affermati, la risposta è molto triste perchè anche in queste situazioni si fa fatica ad arrivare a 200€ di compenso. Una band può essere interessata ad una serata gratis solo se l’organizzatore gli assicura una certa visibilità che va oltre le solite amicizie del gruppo stesso, per cui il guadagno per i musicisti sarà nella promozione. Se invece capita di suonare a costo zero e portarsi gli amici per far guadagnare qualcun’altro, questa mi sa di beneficenza inopportuna. In generale,  a bassi livelli soprattutto, quelli che organizzano queste serate, non puntano al talento e nemmeno lo sanno riconoscere nella stragrande maggioranza dei casi. Sono persone che devono farsi la cresta su chi suona, dopo aver fatto  guadagnare anche il locale.  Essi puntano a quante persone la band si porta dietro, ovviamente.  A questo punto direi che conviene organizzarsi anche i lives in maniera indipendente. Meno male che c’è anche chi organizza concerti puntando alle band, sulla loro musica e tentano di dargli davvero una mano. Ma il punto più dolente in tutto ciò è il pubblico, il quale si abitua sempre di più a trovare in rete musica da scaricare senza mostrare supporto alla stessa, nemmeno con una donazione. Non si spende più niente per l’ascolto musicale. Poi quando si tratta di andare ad ascoltare un nuovo gruppo dal vivo, il disinteresse sale a livelli incontrollati. Infatti alle serate di bands emergenti, ci sono sempre i soliti amici e parenti. Se una band emergente produce e stampa un cd con tanto di copertina e immagine disco e lo mette in vendita a 3€, se non è particolarmente eccezionale, nessuno lo compra. Non si guadagna con i cd, con gli mp3 e nemmeno più con i lives…le soluzioni sono due: o appendere tutto al chiodo o nascere geni della musica e ricchi. A parte gli scherzi, credo che così la qualità musicale, sarà sempre inferiore perchè già ora il musicista è costretto a fare un’altro lavoro per campare e quando ha tempo va alle prove e se resisterà almeno per i prossimi vent’anni,  forse riuscirà ad emergere (sto parlando di un musicista in gamba). Così non entra mai nell’ottica di un vero artista. La musica è investimento continuo per il musicista e per l’ascoltatore “furbacchione” è un prendere continuo. La verità è che la musica ha bisogno di sostegno,  come  la cultura in generale. Per chiudere il cerchio,  ieri sono stato ad una conferenza in cui c’era  Mogol a parlare dei suoi 50′ anni di musica. Il maestro solleva un’altra questione che è quella della fase promozionale:  i media,  sono continuamente manipolati dai potenti discografici i quali essendo attaccati al guadagno facile e immediato, levano spazio agli altri, promuovendo gente con scarsi contenuti, puntando al loro momento di notorietà che hanno maturato in un programma televisivo. Il sistema diffusione musica non è più  naturale, perchè l’ascoltatore, non può più scegliere le cose  belle,  come lo era negli anni in cui Mogol e Battisti fecero emozionare anche i muri, in quanto oggi nei media si propongono solo determinate cose. Ha aggiunto, e a questo punto me lo sarei aspettato, che oggi, un Mogol- Battisti non sarebbe mai nato.

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