Beati a Bari

Oggi scriviamo dei “Beati” e del loro EP  “Eros e Civiltà” pubblicato nel marzo 2016. Bari è una città che ispira buona musica e probabilmente i Beati ne sanno qualcosa che con il cuore rivolto verso gli anni ’60 seminano note nuove. I magnifici anni ’60 sono sempre attuali, sono un po’ come un “must” per la bellezza delle linee melodiche (ma non solo) e sentirne il richiamo nelle band di oggi “rincuora” in questa modernità musicale che in generale  lascia dei vuoti. I Beati amano sognare e lo si sente dalla musica, lo si apprende dai testi, si vaga volentieri per luoghi immaginari, fantastici, nostalgici, con note dolci, suoni caldi come quello del basso, profondo, che sembra davvero avvolgere. Il brano che mi ha colpito maggiormente è “Dali”, sarà stato per i suoni vellutati del piano, con a tratti nervosi fill di batteria  senza mai essere indiscreti, sarà per la nostalgia che mi ha fatto risalire dal profondo, di ricordi sfuocati che nel tentativo di riemergere provocano caos, un piacevole caos. Sarà quel che sarà. L’approccio al cantautorato misto a sperimentazioni contrapposte danno un valore aggiunto alla band per cui se hai un minimo di curiosità non esitare ad ascoltare  “Eros e Civiltà”.

Bio
I Beati sono un gruppo radicato nel presente, che guarda al futuro, ma ha il cuore rivolto al passato.
Il passato della canzone d’autore europea degli anni ’60 (la Scuola di Genova e gli Chansonniers francesi), delle orchestrazioni degli studi RAI e delle colonne sonore del cinema nostrano anni ’70, nonché delle sperimentazioni pop e del beat inglese e americano.
Nella primavera del 2015 lavorano con l’ingegnere del suono Fabio Oscar Larizza (Retroguardie) per registrare il loro primo EP’ “Eros e Civiltà”, interamente autoprodotto e presentato il 25 Marzo 2016.
Line-up
Stefano Daniele (voce, chitarra, tastiere)
Marco Montella (chitarra, tastiere)
Maria Cristina Tanzi (basso, chitarra, cori)
Serena Dipalma (flauto traverso, cori)
Pasquale “Pacho” Berardi (Batteria)

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